Lo sapevano anche gli antichi romani che credevano che quei luoghi fossero vivi, abitati da un’entità soprannaturale, il “genius loci”, che ne definiva il carattere.
Fittà, Castellaro e Tremenalto sono tra questi: luoghi le cui caratteristiche uniche di composizione del terreno, esposizione e microclima li hanno resi zone storicamente riconosciute come vocate per la viticoltura all’interno del comprensorio del Soave Classico, tanto da essere stati ufficialmente riconosciuti ed inseriti all’interno del disciplinare di produzione come U.G.A. (Unità Geografiche Aggiuntive).
Dai tre piccoli appezzamenti di nostra proprietà posti nel cuore di ognuno di questi luoghi, infatti, otteniamo da sempre uve molto espressive che abbiamo deciso di vinificare separatamente ma in maniera identica. Il risultato sono tre vini originali e perfettamente distinguibili.
Che cosa determina la loro unicità quindi?
Proprio da questa domanda nasce il progetto “I Luoghi”: una ricerca che, a partire dalle nostre osservazioni in campo enologico, ci ha portati nelle profondità del territorio attraverso lo studio della sua geologia, alla scoperta della ricchezza e della varietà dei nostri suoli vulcanici.
I SUOLI
I suoli dei nostri vigneti Fittà, Castellaro e Tremenalto sono tessere di quel mosaico variopinto che è la zona vulcanica del Soave Classico, e la sintetizzano.
La varietà della loro composizione ed il grado di alterazione e disgregazione dei basalti in essi contenuti li rendono pienamente rappresentativi, nel loro insieme, del territorio vulcanico della nostra denominazione.
Un territorio che si è formato in un periodo compreso tra i 65 ed i 20 milioni di anni fa, all’inizio del periodo Terziario quando in questa zona, ricoperta da un vasto oceano tropicale, si sviluppò un’intensa attività vulcanica sottomarina e, successivamente, sub-aerea.
Le rocce vulcaniche e gli altri prodotti di queste eruzioni hanno disegnato un paesaggio estremamente vario, spesso caratterizzato da pendenze elevate e bruschi dislivelli. Allo stesso tempo ci hanno lasciato in eredità un suolo unico: è estremamente raro trovare nel mondo un suolo vulcanico antico di alta collina la cui evoluzione pedogenetica non sia stata significativamente contrastata dai fenomeni erosivi come nel caso di quello del Soave.
Indisturbate per millenni, giù in profondità, le rocce basaltiche che formano questi terreni si sono disgregate a tal punto da rendersi altamente penetrabili ed assimilabili dalle radici delle viti.
Il tempo e la natura hanno trasformato il magma originario, potenza distruttiva, in energia vitale: un suolo ricco che interagisce in maniera completa con le piante che lo abitano scambiando facilmente con esse acqua e nutrienti.
Il vigneto, dell’estensione di circa un ettaro, si trova sulla dorsale che congiunge l’abitato di Fittà con le pendici del monte Castellaro, su una superficie debolmente ondulata ad esposizione sud e comprendente anche un breve versante modellato a gradoni, rivolto ad est, degradante verso un’incisione minore della dorsale.
Le quote sono comprese tra 255 e 240 m s.l.m., le pendenze variano da 3-15%, sull’area a morfologia ondulata, a 45% circa sul versante gradonato.
Il substrato è costituito da vulcaniti basaltiche alterate. Nel vigneto di Fittà sono stati individuati due diversi tipi di suolo; il primo estremamente evoluto e strutturato, il secondo risente della sistemazione del versante ed evidenzia al suo interno la presenza di una multiforme varietà di rocce basaltiche profondamente alterate.
Il vigneto è costituito da un piccolo appezzamento, posto alle pendici del rilievo, sul versante esposto a nord della dorsale che sale verso l’abitato di Fittà.
Le quote qui sono comprese tra i 200 e i 220 m s.l.m. con pendenze del 10-20%. Il substrato è costituito da vulcaniti basaltiche alterate.
Nel vigneto di Castellaro è stato individuato un suolo moderatamente profondo, caratterizzato però da un profilo ricco di scheletro ed interessato per tutta la sua profondità dalle lavorazioni agronomiche.
Il vigneto si trova in località Moscatello, su un versante esposto ad ovest dalla superficie complessiva di 2 ha circa, localizzato in un’area formata da un sistema di versanti e vallecole affacciate sulla val d’Alpone denominata Tremenalto, e posto a nord dell’abitato di Fittà.
Le quote sono comprese tra gli 80 ed i 130 m s.l.m. circa, la pendenza media è del 25% con estremi compresi tra il 5 ed il 40%.
Il substrato è costituito da vulcaniti basaltiche alterate.
Nel vigneto Tremenalto sono stati individuati tre diversi tipi di suolo con caratteristiche marcatamente diverse che riflettono la varietà intrinseca delle rocce basaltiche e la diversa intensità dei processi di versante a cui sono stati sottoposti; estremamente arrossato dai processi ossidativi di alterazione dei minerali il primo; profondo ed evoluto il secondo, su una superficie ondulata sostanzialmente preservata dai processi erosivi, ed estremamente eroso, superficiale ed evidentemente modellato dall’azione dell’uomo il terzo.
La vera essenza di questi luoghi
La ricerca geologica ha rivelato che i suoli dei vigneti Fittà, Castellaro e Tremenalto presentano una comune specificità data dalla natura dei materiali parentali dai quali si sono formati ma evidenziano anche caratteristiche di elevata pedodiversità. Ci insegnano quindi che parlare di “terreno vulcanico” in maniera generica è impossibile vista la grande varietà delle sue espressioni anche all’interno della stessa area.
A seconda della sua composizione, del grado di penetrabilità e della capacità in acqua disponibile, ognuno di essi crea un ambiente particolare e stabilisce una relazione differente con le viti stesse.
Questo dimostra come le caratteristiche di un suolo possano di conseguenza influire nella composizione delle uve e dei vini che ne derivano.
Tutto qui allora? È il solo suolo a determinare l’unicità di un vino?
No, è piuttosto il luogo a cui appartiene, nella sua interezza, del quale il suolo è un elemento importantissimo ma non l’unico. Un luogo è i suoi picchi e le sue valli, è i suoi boschi, gli alberi e le vigne, un luogo è anche i suoi abitanti, le persone e gli animali, il suo clima, il sole, l’acqua e il vento e tutte queste cose insieme che interagiscono in un’equazione complessa ed irripetibile, a tratti misteriosa. Lì abita il suo “genius”, ed è proprio questo – l’essenza di ogni singolo luogo – che si manifesta nel suo vino.